DECRETO DIGNITÀ: COSA CAMBIA NEI CONTRATTI A TERMINE?
DECRETO DIGNITÀ: COSA CAMBIA NEI CONTRATTI A TERMINE?
Il decreto dignità si affaccia all’orizzonte delle imprese e promette di impattarne significativamente le pratiche. Il cambiamento più importante riguarda la reintroduzione delle causali, obbligatorie per poter prorogare un contratto a termine e già oggetto di discussione riguardo all’aumento di contenziosi che potrebbero originare. In attesa che il futuro ci sveli la reale funzionalità ed efficacia della nuova riforma, andiamo a vedere nello specifico quali sono le principali caratteristiche e differenze rispetto alla precedente normativa.
Jobs Act dl 34/2014 | Decreto Dignità dl 87/2018 | |
Durata Complessiva | Massimo 36 mesi, sommando tutte le possibili proroghe | Massimo 24 mesi, sommando tutte le possibili proroghe |
Proroghe | 5 proroghe possibili; le attività svolte dal lavoratore devono rimanere le medesime per le quali egli era stato originariamente assunto a termine | 4 proroghe possibili; le attività svolte dal lavoratore rimangano le medesime per le quali egli era stato originariamente assunto a termine |
Causali | – | Necessarie per il rinnovo, in assenza delle condizioni previste dalle causali il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato.
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Carattere di eccezionalità | No | Sì |
Limitazioni | I contratti a termine, compresi quelli in somministrazione, non possono superare il 20% dei contratti a tempo indeterminato presenti in azienda | I contratti a termine, compresi quelli in somministrazione, non possono superare il 30% dei contratti a tempo indeterminato presenti in azienda |
Altre caratteristiche | La possibilità di poter prorogare molte volte il contratto rende soppianta di fatto il rinnovo del contratto a termine che rimane soggetto ai cosiddetti periodi di stop & go | Incentivi all’assunzione a tempo determinato con il bonus contributivo del 50% fino al 2020 fino a 35 anni e nuovi voucher per settore agricolo, alberghi e per gli enti locali.
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